Tutto passa

TUTTO PASSA
Nessuno è perfetto, fino a quando non te ne innamori.
(Racconto di Flavia Riperti)

Ti vestivi, lento, tra il buio della stanza e la luce che entrava dalle fessure della tapparella. Io stavo a letto, con la coperta fino al naso e ti guardavo. Quanti difetti avevi. “Da lunedì inizio la dieta” e poi non la iniziavi mai. Il tuo naso era come quello della mia insegnante delle medie, quella che odiavo.

La punta era piegata verso il basso. “Sono caduto, per quello è così”. Già, come se a me importasse qualcosa del tuo naso storto. Come se a me importasse il modo buffo con il quale ti tiravi su i pantaloni o il tuo essere sempre arrogante e incoerente. Come se a me importasse il fatto che io non ero la prima e non sarei stata l’ultima. Sai a me cosa me ne poteva fregare? Stavo li, con la coperta fino al naso e pensavo. 

Ti guardavo e pensavo. Pensavo che eri meraviglioso, che non desideravo altro dalla vita. Pensavo al nostro primo bacio. Pensavo alla neve, quando ero rimasta da te fino alle 4 di notte nonostante il giorno dopo avessi scuola. Pensavo alle ore passate a discutere per poi fare la pace. Pensavo a quando, un pomeriggio, ci siamo addormentati insieme e io mi sono svegliata prima di te. 

Dormivi,ti ho accarezzato i capelli, il viso, gli occhi, le labbra.“Ehi, che c’è?” - “Niente”. Pensavo a quel momento,invece. Perchè non c’era niente che mi facesse stare bene come te, semplicemente te. Ma quanto era bello guardarti negli occhi? Quanto era bello stare abbracciati e fissarci? Quante cose si vedono negli occhi...che belli che erano i tuoi. 

Quanto tempo passato ad ammirarli, a baciarli.“Perchè mi guardi?” - “Ti guardo gli occhi” - “Gli occhi?” - “Si, si capisce dai tuoi occhi quanto sei innamorata”.E lo ero, lo ero eccome. Ero innamorata ed era la mia prima vera volta. Ero convinta potesse durare per sempre, ero con vinta di poter guardare quegli occhi anche fra 30 anni e ritrovarli sempre uguali.“Dai amore, vestiti” e mi vestivo, mettevo il cappotto,la sciarpa, sistemavo i capelli ed ero pronta. Poi, ai piedi del letto, mi abbracciavi e mi facevi il solito sorrisino. 

In macchina, ad ogni semaforo rosso, ti giravi e mi guardavi... io facevo finta di niente ma con la coda dell’occhio ti vedevo. Poi te mettevi una delle nostre canzoni,allora mi voltavo e ti sorridevo. Scattava il verde e via, per la Milano-Meda...giorno, notte, mattino,sera. 

Quanta strada, quanti chilometri, quante canzoni,quanto Amore. Quante parole dette senza pensarci su, dette perchè in quel momento ci si sentiva euforici. Quante parole che,nonostante tutto, rimarranno e che ti ricorderai anche quando avrai una casa tutta tua ed un marito che torna la sera dal lavoro. Ma lo sentivi il mio cuore quando mi abbracciavi? Io lo sentivo. Penso che quello sia il rumore della felicità. Ero felice. Ora non lo sento più, quel rumore. Neanche la notte quando c’è silenzio assoluto. Tutto passa. Solo l’Amore dona l’illusione che l’eterno esista. 

Fine

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